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Partecipa anche tu al Cammino dei Diritti 

Chi vuole fare tutto il Cammino dei Diritti assieme a noi ci contatti per prendere accordi.

Chi non ha tutto questo tempo a disposizione, può comunque camminare con noi le tappe che desidera.

Noi abbiamo fatto riferimento alla "Guida alla via Francigena" di Monica D'Atti e Franco Cinti, Terre di Mezzo Editore.

Su questa guida troverete tutte le informazioni per organizzare le giornate che vorrete condividere con noi. Se andate alla pagina IL CAMMINO su questo sito, troverete le date e le tappe previste.

 

Non ero la moglie di Bonatti

mi hanno cacciata dall'ospedale

L’ Italia del «lei non sa chi sono io» scivola nel suo opposto: «Lo so e le dico di no». Così la rigida norma allontana la compagna di una vita dal suo uomo morente. Lei e Rossana Podestà, grande attrice degli Anni 60, lui è Walter Bonatti, l’alpinista esploratore e scrittore morto il 14 settembre in un’ospedale di Roma. La loro colpa? Non essere sposati. «Non ce n’è mai fregato niente di sposarci, era altro quello che ci ha uniti. Per l’ospedale dove Walter era ricoverato - dice Rossana nell’intervista rilasciata a “Vanity Fair”, oggi in edicola - questo era un problema, così come lo è per la legge italiana. Mi hanno allontanata dalla rianimazione dicendo “tanto lei non è la moglie”. È possibile che una persona già schiacciata dal dolore venga trattata in questo modo?». 

- tratto da La Stampa.it -

 

Unioni di fatto, perché regolamentarle

Un mio caro amico è appena morto di cancro e i medici non hanno potuto espiantare le cornee perché l'autorizzazione del suo compagno, dopo sedici anni di vita insieme, non valeva nulla per lo Stato Italiano: non era un parente.

Lo Stato Italiano, attraverso il Parlamento, non vuole dare un istituto che regoli le unioni di fatto (etero o omosessuali, poco importa) senza rendersi conto che alla fine chi ci rimette è tutta la collettività. I diritti di pochi sono i diritti di tutti.

- Piero Spina su Specchio dei tempi -

Dolore negato per la vittima di Nassiriya

 

Medaglia per Adele compagna di Stefano Rolla, morto nell'attentato del 12 novembre 2003 Dolore negato per la vittima di Nassiriya Nassiriya, 12 novembre 2003. Da allora la vita di Adele Parrillo è stata un incubo. Non solo il suo compagno, il regista Stefano Rolla moriva nell'attentato alla caserma dei carabinieri a Nassiriya, ma lei non poteva nemmeno seguire la sua bara durante i funerali di stato e la commemorazione ufficiale un anno dopo. E non aveva nemmeno diritto a nessun risarcimento. La ragione? L'ipocrisia di alcune autorità e la miopia delle leggi che non riconoscono una realtà che riguarda molte coppie in Italia: la loro unione non era sancita dal matrimonio, "solo perché mancava una firma sul registro del municipio", come scrive Adele Parrillo. E come si può elaborare un dolore se una perdita tanto cara non viene nemmeno riconosciuta? Per dare concretezza alla sua storia Adele Parrillo ha scritto un libro: "Nemmeno il dolore. Storia di un amore ucciso a Nassiriya e negato in Italia" (Mondadori editore), che è stato presentato ieri alla biblioteca del senato dalle senatrici Anna Finocchiaro e Franca Rame, più molte altre senatrici e deputate in sala. Non si tratta solo di un riconoscimento dovuto a Adele Parrillo, che Franca Rame ha voluto tradurre in una medaglia che rappresenta la giustizia con gli occhiali e che sul retro porta la scritta: "Un segno di stima non può cancellare il dolore ma elimina l'oltraggio del silenzio", ma di fare in modo che l'umiliazione subita da Adele Parrillo non si debba più ripetere. La soluzione è una sola, quella indicata chiaramente da Anna Finocchiaro: la necessità che la legge e il diritto non neghino il valore di unioni che durano decenni anche al di fuori del matrimonio e che si basano non solo sull'amore e la passione, ma anche sulla solidarietà e l'assistenza. "Se il diritto non aiuta a rendere pubblico ciò che fa parte della sfera privata allora la legge e il diritto a cosa servono?" si è chiesta la senatrice sottolineando che questo non vuol dire tradire la costituzione che tutela la famiglia. Il valore della testimonianza di Adele Parrillo, che la testardaggine di Franca Rame è riuscita a rendere pubblica e a portare all'incontro di ieri, sta proprio nell'utilizzare la propria esperienza dolorosa per fare in modo che il riconoscimento delle coppie di fatto di cui tanto si parla possa diventare una realtà. La strada evidentemente è ancora lunga ma la presenza che si è vista ieri a Palazzo Minerva lascia intendere che qualcosa si muove, del resto una soluzione a questo problema era compresa anche nel programma dell'Unione, ma questo di per sé non è una garanzia. Ma sarà mai possibile che un tema che ci riguarda tanto da vicino debba passare attraverso la morte di Stefano Rolla a Nassiriya per avere attenzione e forse, speriamo, una soluzione?.

 

Documento del: 28/11/2006

Fonte: Il Manifesto

Cammina con noi

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare".

 

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